Le vacanze al tempo del coronavirus: al primo weekend di apertura dei confini della Lombardia, mi sono diretta verso il mare. Avevo sentito che nel Veneto, già a partire dal 3 giugno, il governatore aveva soppresso l’obbligo di indossare le mascherine se le circostanze permettevano di mantenere la distanza di sicurezza.

Mentre ero in viaggio verso Jesolo, il litorale veneto, prenoto una struttura. Ho notato che molte strutture erano state chiuse fino a qualche giorno prima e che riaprivano giusto per quel weekend (13-14 giugno).

Ecco cosa ho trovato una volta arrivata in hotel: lettini sulla spiaggia e in zona piscina distanziati, gel disinfettante ovunque, bagnini e personale con mascherine.   

E in hotel? In hotel ho trovato banconi della reception e del ristorante dotati di un separè in plexiglas.

In camera abbiamo trovato l’avviso che la stanza era stata sanificata prima del nostro arrivo in base alle nuove normative, abbiamo notato il telecomando chiuso in una busta chiusa e abbiamo usato i prodotti del bagno presentati in confezioni piccoli monouso.

Uno stand con gel disinfettante si trovava su ogni piano del hotel e, ad ogni accesso di area c’erano avvisi e raccomandazioni di indossare mascherine e di evitare assembramenti.

E la colazione a buffet? La colazione era servita interamente da personale con guanti e mascherine che mettevano sul piatto ciò che sceglievamo. E mentre si aspettava, stavamo sui bollini di distanziamento posti a terra per evitare assembramenti.    

Quando siamo al tavolo, ci togliamo le mascherine. Ma se ci alziamo per prendere altro cibo, la ri-indossiamo, come fanno tutti.

 

Accorgimenti che, sinceramente, non ci sono pesati.

Molte strutture hanno riaperto e stanno riaprendo proprio ora, con tanti dubbi e oneri, ma da qualche parte bisogna pure ripartire. E dal mio punto di vista, una vacanza in queste modalità è una vacanza più che fattibile!

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