Cinzano Experience è un’esperienza immersiva che rimane scolpita nella memoria; vuol dire toccare con mano un brand italiano di 260 anni e allo stesso tempo all’avanguardia per progettualità e comunicazione, che si riassume nel concetto della new authenticity. Può sembrare un’ossimoro, ma al contrario è l’espressione cristallina e consapevole del ritorno a ciò che è autentico, vero, vissuto da ognuno di noi.

Nato e cresciuto in Piemonte, amato e celebrato in tutto il mondo  dalla Corte Reale dei Savoia fino ad oggi, il brand Cinzano ha mantenuto in sé il concetto di genuinità. Questa sensazione si percepisce nettamente come un’ondata balsamica all’arrivo nelle vigne di uno dei conferenti di Cinzano, Villa Bricco Paglieri. La vastità delle vigne, il panorama, la costruzione naturale dei filari delle Langhe, così come Monferrato e Roero, sono entrati a far parte del Patrimonio Unesco nel 2014  con una citazione calzante è un’ “Architettura senza architetti“. Il miglior esempio a livello mondiale della perfetta interazione tra uomo e natura.

Qui insieme ad altri colleghi del settore comunicazione, abbiamo potuto trascorrere una giornata con il proprietario Mario Sandri e il papà Osvaldo. Persone squisite, accoglienti e autentiche, che ci hanno trasportato nella loro storia e in quella dell’azienda. Ci aspetta un brunch sul prato con i piatti cucinati direttamente dalle donne di famiglia, i ravioli fatti a mano con ricotta e spinaci, conditi con burro e salvia, prelevata direttamente da un grande angolo di erbe aromatiche nel loro giardino. Seguito da altri piatti squisiti come quelli che facevano le mie nonne tanti anni fa su servizi di antica memoria apparentemente spaiati e romantici nella loro unicità. Accompagnati alla dolcezza perfetta di Asti Cinzano. Qui un primo pezzetto di autenticità mi ha collegato con questo brand. La connessione tra le persone è il miglior veicolo di comunicare un concetto, un ricordo, un momento unico, come cogliere un grappolo d’uva tutti insieme.

L’esperienza della vendemmia è stato un altro momento autentico di contatto con la genuinità dei ricordi del passato, con la connessione tra le persone e la natura. Ci si sta bene a potersi sentire centrati e collegati a ciò che è autentico e per questo prezioso, legato a ricordi anche personali. Da bambini si andava nella campagna di uno zio a mietere il grano e la ricompensa era un panino con la lonza e mezzo bicchiere di vino, che cedevamo volentieri per un secondo panino. Piccoli indizi di felicità, che rimangono impressi e ritornano vividi in luoghi che si assomigliano.

Due secoli e mezzo di vita per un Brand che ha raccolto in un archivio storico documenti, disegni della Belle Epoque, cartoline, bottiglie fatte a mano con l’affascinante irregolarità dovuta proprio a questo. Dagli anni ’60 la pubblicità di Cinzano si diffonde al cinema, alla radio e alla televisione con il jingle di Rita Pavone “Cin cin c’innamoriamo da allora Il termine “Cin Cin” è entrato nel gergo del vocabolario italiano per il brindisi.

Brunch_Cinzano

Cinzano_la_Vendemmia

Il Signor Osvaldo

The new authenticity, Authenticity is about connecting, not promoting. ~ Sono rimasta colpita dalle parole di una donna speciale della grande famiglia Cinzano, Bianca Maria Sansone, il nuovo modo che è un ricorso storico di approcciare e comunicare un’idea, il ritorno alle cose vere del passato, un rito, un grappolo d’uva colto al momento, un plaid sul prato, gli agnolotti fatti a mano, una connessione con le cose vere. Il racconto che c’è dietro. Altrimenti non c’è gusto. Cin cin.  

Il Cin cin viene da qui.

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